Violoncello 1 I vincitori del Concorso Musicale Nazionale di Violoncello
Artisti in primo piano...
Sotto, un primo piano della violoncellista Nadia Ranallo, seconda classificata al 1° Concorso Nazionale Musicale di Violoncello, organizzato dal Laboratorio Musicale Assodolab.
I vincitori dei Concorsi Musicali Nazionali indetti dall’ASSODOLAB.
La violoncellista Ranallo Nadia, vince il secondo premio del 1° Concorso Nazionale Musicale di Violoncello organizzato dal Laboratorio Musicale Assodolab, con il brano dal titolo “Eligia in
Do minore op. 24 per violoncello e pianoforte” di Gabriel Fauré.
TRINITAPOLI ..:: Si è tenuto nei giorni dal 10 al 13 dicembre 2024 nella città di Trinitapoli, il 1° Concorso Musicale Nazionale di Violoncello, organizzato dall’ASSODOLAB. L’Associazione, che ha in sé il Laboratorio Musicale, è un Ente accreditato e qualificato dal MIUR per la formazione del personale della Scuola secondo la Direttiva 170/2016.
Al secondo posto, sezione B (Artisti professionisti), per la categoria “Violoncello” si è classificato con
punti 89/100 il maestro violoncellista Nadia
Ranallo di Campobasso, che ha proposto ed eseguito in modo lodevole un
pezzo di Gabriel Fauré dal titolo “Eligia in Do minore op. 24 per
violoncello e pianoforte”.Prima
di parlare della vincitrice, mi sembra opportuno parlare dell’artista di fama
internazionale «Gabriel Fauré» nato
il 12 maggio 1845 a Pamiers (Francia) e deceduto a Parigi il 4 novembre 1924.
L'Élégie in Do minore, op. 24
di Gabriel Fauré rappresenta una delle composizioni più iconiche del repertorio
per violoncello e pianoforte, rivelando tutta la maestria del compositore
francese nel creare musica di profonda intensità emotiva. Composta nel 1880 e
dedicata a Jules Loëb, violoncellista e collega di Fauré, l'Élégie fu inizialmente concepita come il movimento
introduttivo di una sonata per violoncello. Tuttavia, il progetto di una sonata
completa non fu mai portato a termine, e il compositore decise di pubblicare il
movimento autonomamente. Il risultato è un brano che si staglia nel repertorio
cameristico come un esempio perfetto di lirismo e profondità espressiva.
Il brano si apre con un tema in Do
minore, affidato al violoncello, che fin dal principio si rivela struggente e
carico di pathos. Il pianoforte accompagna con accordi semplici ma pieni di
risonanza, creando un’atmosfera intima e riflessiva.
Questo tema iniziale, pur nella sua
apparente semplicità, trasmette un senso di malinconia universale, che sembra
richiamare il lamento umano. La capacità di Fauré di fondere la melodia con armonie sofisticate si manifesta
già in questa prima parte, dove la scrittura per il violoncello esalta al
massimo la voce dello strumento, conferendogli un carattere quasi vocale.
Dopo l’introduzione contemplativa,
il pezzo si evolve in una sezione centrale più drammatica, caratterizzata da
passaggi virtuosistici che mettono alla prova sia il violoncellista che il
pianista. Qui il dialogo tra i due strumenti si intensifica, assumendo toni
quasi tempestosi, in netto contrasto con l’inizio più raccolto. Le linee
melodiche si fanno più ampie e appassionate, mentre le armonie diventano più
dense e ricche, quasi a suggerire una lotta interiore. Questa sezione culmina
in un apice emotivo, in cui il violoncello esplora tutta la gamma espressiva
dello strumento, dal registro grave e scuro a quello acuto e brillante.
Dopo la tensione della parte
centrale, il tema iniziale ritorna, questa volta con una nuova dolcezza e
introspezione, come se fosse stato trasformato dall’esperienza emotiva del
dramma precedente. La conclusione del brano è delicata, con il violoncello che
si spegne su note di una struggente bellezza, accompagnato dal pianoforte che
chiude il pezzo con accordi sospesi. Questa coda finale, pur nella sua semplicità,
è uno dei momenti più toccanti della composizione, lasciando nell’ascoltatore
un senso di calma malinconica.
L'Élégie, nella sua forma originale
per violoncello e pianoforte, ha conquistato generazioni di ascoltatori per la
sua bellezza lirica e la profondità emotiva. Successivamente, Fauré orchestrò il brano nel 1895,
conferendogli un ulteriore livello di complessità timbrica e una dimensione più
ampia, pur mantenendo intatto il suo carattere intimo. L’orchestrazione
aggiunge nuovi colori al dialogo tra il violoncello solista e l’orchestra,
valorizzando le sfumature dinamiche ed emotive dell’opera.
Con la sua combinazione di
semplicità melodica e sofisticazione armonica, l'Élégie in Do minore si è
affermata come uno dei capisaldi del repertorio romantico per violoncello.
Interpretato da alcuni dei più grandi violoncellisti della storia, tra cui
Pablo Casals, Jacqueline du Pré e Yo-Yo Ma, il brano continua a emozionare il
pubblico nei concerti e nelle registrazioni, rimanendo una testimonianza della capacità
di Fauré di trasformare la malinconia in arte immortale.
Ma
veniamo alla vincitrice del 1° Concorso Musicale Nazionale di Violoncello,
organizzato dall’ASSODOLAB. L’artista trionfatrice è stata Nadia Ranallo che
ha deliziato i presenti con il brano di Gabriel Fauré dal titolo “Eligia
in Do minore op. 24 per violoncello e pianoforte”, con un unico
movimento e si sviluppa in una forma libera, con un contrasto tra momenti di
malinconia lirica e sezioni di grande intensità drammatica.
Nadia Ranallo è una violoncellista che ha intrapreso
lo studio del violoncello all’età di 10 anni, dimostrando fin da subito una
straordinaria dedizione e passione per la musica. A soli 13 anni è stata
ammessa al Conservatorio “L. Perosi” di Campobasso, dove si è formata sotto la
guida del M° Michele Chiapperino. Il suo desiderio di perfezionarsi l’ha
successivamente portata a trasferirsi a Rovigo per studiare con il M° Luca
Simoncini presso il Conservatorio “F. Venezze”. Il 27 ottobre 2021 ha
conseguito il Diploma Accademico di I livello, proseguendo poi gli studi fino
al Diploma Accademico di II livello, ottenuto il 28 marzo 2024 sotto la guida
del M° Tiziano Berardi. Nel corso della sua formazione, la giovanissima NadiaRanallo ha frequentato numerose masterclass con violoncellisti di
fama internazionale, tra cui Francesco Storino, Luca Simoncini, Giovanni
Sollima ed Enrico Dindo. Queste esperienze le hanno permesso di ampliare il
repertorio e affinare le sue capacità interpretative, arricchendo ulteriormente
la sua sensibilità artistica. Parallelamente al percorso accademico, ha
partecipato a numerose attività orchestrali e cameristiche, esibendosi in
concerti e rassegne in tutta Italia. Queste esperienze le hanno permesso di
sviluppare una carriera artistica versatile e dinamica, spaziando tra diversi
ambiti musicali. Oggi, Nadia Ranallo
unisce all’attività concertistica quella didattica, dedicandosi con passione
all’insegnamento del violoncello. Attraverso il suo lavoro con gli studenti,
mira a trasmettere non solo la tecnica dello strumento, ma anche l’amore per la
musica come forma d’arte e potente mezzo di espressione personale.